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Quella mattina il capitano Giorgio Gregòri aveva già dovuto affrontare l'annoso problema del traffico romano, il tempo di sedersi alla scrivania, l'interfono lo fece sobbalzare sulla sedia: il Generale Comandante lo convocava nel suo ufficio. Anche per chi come l'Ispettore Gregòri svolge le indagini nel rispetto delle norme e delle regole, quella convocazione di mattino presto lo colse di sorpresa e gli mise una certa apprensione. Con una punta di orgoglio, il Generale Comandante lo accolse con un atteggiamento, se non proprio filiale, quantomeno da fratello maggiore. Stava per affidare al capitano Gregòri e alla sua squadra un'indagine di notevole rilevanza internazionale. Per le difficoltà oggettive che quelle indagini avrebbero avuto, il Comando Superiore dell'Arma aveva intravisto nel capitano e nei suoi diretti collaboratori le persone più adatte a cui affidare il delicato compito. Alla fine di complesse indagini la squadra riesce ad assicurare alla giustizia internazionale tutti i componenti di una radicata rete criminale dedita al narcotraffico e al riciclaggio di denaro.